EROI GLORIA D'ITALI - Tommaso Mario Pavese - Ammonimenti delle magnanime ombre de' morti.

8.- Ammonimenti delle magnanime ombre de' morti.

        Si onorano, ma dolorano i consanguinei, perchè i figli prodi morirono alla guerra lontani. Ma no; non cercate con gli occhi smarriti, sperduti nel buio delle vostre case, i corpi che furono, sono e saranno mortali: cercatene invece le effigie parlanti nelle anime che si eternano. Eccole ! Quei volti pensosi o sorridenti, quelle larve fuggitive che i vostri occhi mortali e le vostre menti --- o amati congiunti --- veggono ancora, quelle amate sembianze che voi, mesti, vedete talvolta comparire, scomparire e riapparire, come per tenervi affettuosa compagnia, nelle case meste, sono invece i vostri ricordi perenni che s'intrecciano ai loro spiriti puri, alle loro persone indimenticabili. Non li scacciate, non abbiate paura ! -- Essi tornano in mezzo a voi, in mezzo a noi, anime pie, per proteggerci, per benedirci, per consigliarci. Eccoli anche qui presenti al nostro spirito, ricomposti idealmente dal nostro fervido pensiero nella loro bella e fresca gioventù, fratelli in mezzo a noi. Augurano ed ammoniscono: « Noi pur amammo e sofferimmo: amate ! » Rompete gli odii: santificate anche voi, come noi, la vita. Noi combattemmo la guerra, quando forse era inevitabile, per dare a voi la pace: or che la pace è fatta, non eternate voi, con gli odii e con le ingiustizie, la guerra, distruggendo la santa opera nostra! Ricchi e poveri non parlino solo -- ognuno a suo modo -- di diritti, ma intendano anche, specialmente, i propri doveri. Il lusso e la miseria, la prepotenza e la servitù, il superfluo che si ostenta e si spreca, ed il necessaria che affligge se manca, sono due estremi che offendono, e che debbono bandirsi per sempre dalle moderne società.
        Se tutti avessero un esatto concetto della giustizia, e la praticassero, svanirebbe da sè questa lotta incessante che respinge sin anche col sangue, l'azione degli uni con la reazione degli altri. I morti che oggi commemorate ed i loro compagni superstiti respinsero, col sacrificio della vita e con l'eroismo, la barbarica prepotenza nemica che minacciava l'onore delle nostre famiglie, che voleva cancellare persino il ricordo del nostro antico e nuovo valore, e sopraffare l'integrità de' nostri diritti politici: insomma essi combattettero per conservare agl'italiani l'onore e la pace. I vivi non distruggano ignominiosamente, con sterili e dannose lotte fratricide, la santa e gloriosa opera de' morti: non siano soltanto sogni di utopisti, ma realtà sicure e certe, la rettitudine e la giustizia.
        Ai compagni di valore, di fede e d' opra, ed ai concittadini tutti superstiti, così ammoniscono i gloriosi caduti italiani, sparsi sui monti, per le valli, per le campagne delle terre ora redente e per i cimiteri di ognuna delle cento città.
        Io voglio da' vostri cigli una lacrima e da' vostri petti un grido. Voglio lacrime per incastonarle, a gloria de' morti, come lucide perle brillanti sul vivo marmo. Rimpiangete, perciò, gli eroi, ma non considerateli come morti, perchè essi debbono essere sempre vivi nell' animo di tutti e nell' ammirazione del mondo: non considerate morti specialmente coloro de' quali voi non aveste l'orrorosa, terrificante impressione di vederli cadaveri sfracellati nelle vesti e nel corpo, colanti sangue e visceri umani da ogni parte. Non imprecate, ma lodate Dio che vi risparmiò tale orribile, indelebile visione i li nostro cimitero non raccoglie le loro misere spoglie mortali; ma voi così potete rivederli sempre presenti nel vostro pensiero, circonfusi da quella soave mestizia, in cui balenava un dolce sorriso incoraggiante, come quando essi partirono l'ultima volta. Non immaginateveli morti; e se, a sera, o spose, o figli, o genitori, al ricordo di loro, voi sentite nella stanza semibuia, come un mistico inspiegabile ronzio, come un lieve fruscio d'ali, non vi atterrite, non vi allarmate, giacchè son forse essi gli amici spiriti che tornano a voi e che, ora invisibili, vi baciano come vi baciarono allora che partirono per la gloria e per le terre lontane. Venite, o morti, e circondateci, avvolgetevi d' intorno a noi reduci, come quando vi tenemmo corpi informi stretti innanzi a noi nelle espugnate trincee, e facemmo riparo degli amici vostri corpi, per l'avanzata: venite, noi abbiamo dolore ed orgoglio di voi, ma non paura: venite, vi aspettiamo ! Vi aspettiamo perchè le vostre magnanime ombre debbono tuttora riaccendere ne' nostri spiriti ed in quelli degl'Italiani tutti la fede, per cui voi deste la vita: venite, perchè il sacro sangue da voi generosamente versato per la patria dev'essere il monito santo, in nome del quale deve l'Italia essere liberata dallo spargere più oltre sangue fraterno: venite, noi vi vogliamo perchè, con la vostra protezione ed al vostro ricordo, noi marceremo più sicuri e più fiduciosi verso la civiltà e verso il progresso.
        E voglio da' vostri petti un grido: Viva l' Italia che sia una promessa, un impegno di condurre la patria a sempre migliori destini.
        Or che, dopo tanto, moralmente si comincia a respirare, perchè fascisti e socialisti non si fanno più la guerra civile tra loro, l'Italia deve cominciare a respirare anche economicamente. Infatti, non solo perchè i vecchi alleati non più attentassero segretamente alla nostra indipendenza ed alla nostra libertà, noi combattemmo; ma anche combattemmo e combatteremo perchè i nuovi alleati d' oggi non ci attentino continuamente, da falsi amici, la borsa, come gli alleati di ieri, nemici in sordina, ci attentavano, ci violentavano continuamente la libertà.

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